La storia dei Loghi che hanno fatto la storia
10 Marzo 2021
La storia dei Loghi che hanno fatto la storia
La storia dei Loghi che hanno fatto la storia
E’ in primis il logo a raccontare la storia di un brand. Dalla mela della Apple allo swoosh della Nike: le aziende più conosciute al mondo vengono identificate dai loro loghi, simboli iconici. L’immagine visiva di un marchio facilita la sua memorizzazione, lo rende unico e riconoscibile.
La storia dei Loghi che hanno fatto la storia
“Il potere dei simboli non deve essere sottovalutato – dicono Philip Kotler e Waldemar Pfoertsch nel libro B2B Brand Management – se un logo non riesce a comunicare ciò che l’azienda rappresenta, è un’opportunità sprecata”.
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Logo: anima del brand
La storia dei Loghi che hanno fatto la storia
Il marchio e la sua forza distintiva sono l’anima di un brand.
E sono tanti i loghi che hanno contribuito a creare il successo delle aziende.
Lo sapevi che il logo della Nike è tra i simboli più tatuati dagli statunitensi?
Questo dimostra la forza di un logo, capace di imprimersi nella mente, e non solo, delle persone.
È poi importante che il logo si trasformi nel tempo, se necessario, per accompagnare il cambiamento aziendale.
La storia dei Loghi che hanno fatto la storia
Cosa significa Logo?
La storia dei loghi che hanno fatto la storia. La parola “logo” deriva dal greco λόγος, “parola”, indica un segno grafico, o un simbolo, usato per esprimere un concetto, un’identità, un valore. Un logo ha significato perché deriva da un archivio di segni e simboli del linguaggio letterario e visivo usato da secoli. Non a caso sin dall’antichità gli uomini hanno comunicato tramite simboli.
La storia dei Loghi che hanno fatto la storia
Simboli che diventano icone
Simboli che diventano icone: ecco la storia dei loghi che hanno fatto la storia, le curiosità sui loghi più famosi al mondo.
La storia dei Loghi che hanno fatto la storia
Coca-Cola
Lo sapevi che il logo della Coca-Cola non è frutto di una mente creativa, ma fu creato dal contabile dell’azienda?
Frank Mason Robinson scelse un font elegante e fluido, lo Spencerian, molto usato nei documenti e nella corrispondenza alla fine dell’800. Il logo che oggi ha fatto la storia, non venne più cambiato, se non per qualche aggiustamento con riccioli e curve.
Curiosità: in Cile nel 1986, per il centesimo anniversario dell’azienda, è stato realizzato, accanto a una montagna, il più grande logo Coca-Cola formato da circa 70mila bottiglie.
Apple
Il frutto proibito, la copertina di un disco dei Beatles, la scoperta della gravità di Isaac Newton: il fascino della mela morsicata risiede anche nel mistero che avvolge il suo significato e la sua nascita.
La mela arrivò solo nel 1984 (8 anni dopo che Steve Job diede vita alla Apple), mela creata da Rob Janoff, ispirato da un semplice sacchetto di mele al supermercato. Il logo ha più volte cambiato colore, dalla mela tutta colorata siamo arrivati a una mela più minimal, le sue forme invece non sono mai mutate.
Amazon
Quando Amazon non era Amazon e vendeva solo libri, il suo logo era una A con al centro una strada.
L’azienda è diventata poi leader mondiale nel settore E-commerce, vendendo ogni tipologia di prodotto, quindi il logo doveva cambiare per comunicare il nuovo posizionamento di Amazon sul mercato.
Da simbolo, il logo è diventato testuale: dalla A, con una freccia arancione, si arriva alla Z, per sottolineare che su Amazon puoi trovare tutto ciò che cerchi.
Chupa Chups
Arte pura per il logo dei lecca lecca più celebri al mondo: i Chupa Chups.
La mano infatti è quella di Salvador Dalì. Leggenda narra che il pittore disegnò il logo scarabocchiandolo su un foglio di giornale, seduto al bancone di un bar spagnolo, insieme al fondatore dell’azienda Enric Bernard.
CANON
Si chiamava Kwanon il marchio giapponese di fotocamere, obiettivi, scanner, perché Kwannon era la divinità buddista con cento braccia: un’associazione per spiegare ai clienti la superiorità del prodotto rispetto agli altri. Il nome poi, nel tempo, è diventato Canon, il colore, da nero è diventato rosso, la mission aziendale invece è rimasta immutata: “Creare le migliori fotocamere al mondo”.
E’ il logo che ci accompagna ogni giorno nelle nostre ricerche online.
Oggi è più minimal, più adatto ai dispositivi mobile e con un nuovo font.
Il logo è stato creato da Sergey Brin, co-fondatore del colosso IT, con l’aiuto del Software grafico GIMP.
Curiosità: Nella sua prima versione la G era di colore verde e non azzurro. In più, tutti i colori delle lettere sono primari, eccetto la L.
Per alcuni questo è un messaggio di Google che vuole dirci che il motore di ricerca è un outsider, non segue le regole e i canoni.
Mc Donald’s
E’ la M più riconoscibile di tutte con i suoi archi d’oro.
Archi, creati da Stanley Meston nel 1960, destinati a diventare un simbolo riconosciuto a livello mondiale.
Vent’anni prima, nel 1940, il Fast Food si chiamava McDonald’s Famous Barbeque: il suo logo era composto da due strisce parallele in corrispondenza della parola Famous. Siamo passati poi a McDonald’s Famous Hamburgers, fino alla M degli anni ’60, semplificata poi negli anni’80 per diventare il logo minimal che noi tutti conosciamo oggi.
Nike
Il fondatore della Nike, Philip Knight, trovava il celebre simbolo del brand, lo swoosh, “banale”, ci crederesti?
Eppure l’idea della studentessa di grafica, Carolyn Davidson, pagata solo 35 dollari, è oggi uno dei loghi più importanti e riconosciuti al mondo.
Il logo si ispira alla Dea greca Nike, simbolo di velocità e movimento.
Con il tempo, lo swoosh divenne talmente popolare da rimuovere il nome dell’azienda dal logo.
Curiosità: 11 anni dopo la creazione del logo, Knight regalò alla studentessa un anello d’oro con impresso lo swoosh e diverse azioni dell’azienda, per ringraziarla di aver dato vita all’iconica immagine, indimenticabile.