Come diventare un bravo community manager?


3 Novembre 2015

Come diventare un bravo community manager?

Come diventare un bravo community manager? Ormai il social media marketing anche in Italia è diventato un settore sempre più identificato e conosciuto, anche le aziende, seppur lentamente e con i loro tempi, hanno iniziato ad assumere personale da inserire come community manager o social media manager.

Nel 2015 il social media marketing ha dato lavoro a ben 76.000 professionisti, anche se in Italia resiste ancora una sorta di poca lungimiranza, per cui spesso vengono presi per ricoprire questo ruolo ragazzi giovani (pensando che siano più smart e digital, spesso sbagliandosi!) e che hanno in realtà poca esperienza e professionalità nell’ambito del marketing.

Come si diventa un bravo community manager?

Quali sono gli aspetti da curare maggiormente e da sviluppare nel percorso professionale?Il social media manager anche detto Community Manager è sicuramente fra i ruoli appartenenti al mondo Digital più conosciuto e forse anche il più ambìto.

Mindflash (società di training on-line americana) ha stilato tempo fa alcuni consigli da seguire per sviluppare queste professionalità al meglio, vediamone alcune assieme:

1. Essere molto presenti online.

Sembrerà pleonastico, ma è evidente che per lavorare nel mondo dei social media, bisogna avere una grande familiarità con questo settore e creare una buona presenza online, aggiornata di frequente sulle varie piattaforme social.

2. Tirare fuori la propria creatività.

Il lavoro di community manager è un lavoro composto sia da parti più tecniche, sia da parti creative, in particolare per la creazione di contenuti nuovi e originali.

3. Conoscere tutti i tipi di social.

Più social conosciamo meglio è: Facebook, Twitter, Linkedin sono forse la base da conoscere per partire in questo settore.

4. Coltivare buone relazioni online.

Essere capaci di coltivare ottime relazioni sui social media può avere una notevole importanza per introdurci nel settore lavorativo. Attraverso la nostra presenza web possiamo interagire con tante persone e soprattutto con “influencer” con cui possiamo costruire ottime collaborazioni nell’ambito di campagne di Digital PR.

Altre caratteristiche da sviluppare

Ma per essere un buon community manager a nostro parere, non bastano queste seppur fondamentali conoscenze e caratteristiche, ne esistono anche altre, forse più “profonde e trasversali” per questo anche più difficili da sviluppare:

1. Empatia.

Vi chiederete ma cosa c’entra adesso l’empatia? Per fare bene questo lavoro bisogna avere  anche la capacità di essere cortesi ed empatici, come se lavorassimo per così dire ad uno sportello informativo. Spesso lavorando dietro le quinte di un profilo social di un’azienda siamo chiamati anche a fare questo. Sempre quindi rispondere cordialmente e con gentilezza ad un utente su Facebook e con piena disponibilità! Si tratta di inclinazioni comportamentali da sviluppare e coltivare, pensando a come noi stessi vorremmo essere trattati!

2. Saper osservare.

Forse una delle caratteristiche più rilevanti e che spesso è sottovalutata è la comprensione profonda di quello che sta accadendo rispetto al proprio piano editoriale. Bisogna a volte fermarsi a riconsiderarlo e analizzare quli sono ad esempio i contenuti che hanno maggior successo e in base a questo tipo di risultati ricalibrare il mio piano per renderlo maggiormente interessante per la mia audience.

3. Problem Solving.

Leggiamo spesso dei cosiddetti #fail o #epicfail di grandi aziende e sappiamo bene che dietro esiste anche la responsabilità del community manager, sottoposto a critiche e vessazioni varie. Logico che la responsabilità non può essere solo ed esclusivamente di chi ricopre tale ruolo, visto che soprattutto in realtà molto strutturate le scelte sono condivise con l’azienda stessa. Ma il community manager è colui che spesso dovrà trovare una soluzione per uscire da quel vicolo cieco e  mettere in atto una sorta di piano di risanamento della crisi (crisis management) per cercare di recuperare il possibile!

Conclusioni

Insomma fare il community manager non è così facile come forse sembra dall’esterno, per questo le aziende dovrebbero rivolgersi a veri professionisti e non improvvisarsi o selezionare risorse non preparate anche “psicologicamente” o a livello comportamentale  a questo tipo di ruolo così delicato! E voi cosa ne pensate? Quali sono le vostre esperienze personali sia come aziende che come community manager?

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