Shitpost: la parola digitale del 2017
9 Gennaio 2018
Shitpost: la parola digitale del 2017
Shitpost: la parola digitale del 2017. Postare contenuti di bassa qualità che dirottano una discussione. In una parola: Shitpost, il termine digitale dell’anno. “Contenuti inutili o irrilevanti, con lo scopo di far deragliare una conversazione o provocare gli altri”. Questo il significato del termine che ha spinto l’American Dialect Society (che ogni anno stila una lista delle parole più significative dei 12 mesi appena trascorsi) a dare il primo premio proprio a Shitpost.
Shitpost: la parola digitale del 2017
Battute, meme, foto stupide
La parola non stabilisce tanto la scarsa qualità di un contenuto online, quanto la sua capacità di deviare il discorso non dando alcun contributo al dibattito/confronto. Quando parliamo di “Shitposting” quindi, parliamo di un vero e proprio sabaotaggio, un bombardamento di battute stupide, spam, meme, foto etc. Interruzioni volontarie di una conversazione che, inevitabilmente, spostano l’attenzione degli utenti altrove, vanificando ogni tentativo di avere un confronto costruttivo. Esempi? La serie infinita di meme anti Hilary Clinton o la rana triste antropomorfa protagonista di Twitter durante le presidenziali americane del 2016.
Shitpost ha scalzato dal podio termini come “blockchain”, “rogue” e “digital blackface”.
Shitpost: la parola digitale del 2017
Fake News
A braccetto con Shitpost troviamo Fake News eletta invece Parola dell’anno (in generale e non solo in ambito digital), ovvero “informazioni o falsità presentate come notizie reali”.
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